Il problema del controllo e della eliminazione dell’umidità dalle murature è stato, fin dall'antichità, uno dei punti nodali nella pratica della manutenzione degli edifici.
Il degrado causato dall’umidità evidenzia due aspetti importanti, di natura estetica e igienico-sanitaria, che hanno attivato intorno alla questione dell’umidità nelle murature notevoli sforzi per il controllo del fenomeno e per la messa a punto di svariati procedimenti tecnici di risanamento.
Parliamo di "cause" e non di "causa", come fanno comunemente tutti coloro che affrontano questa tematica, perché un'analisi attenta del fenomeno (scientifica, appunto!), mette in evidenza la presenza di tre fattori peculiari e quindi di tre "situazioni" di natura chimico-fisica che possono essere considerati come i "motori" alla base dell'umidità da risalita.
È prevedibile che tale fenomeno si inneschi immediatamente tra terreno e murature e non sia in qualche modo influenzato da fenomeni di natura elettrica, anche se viene spesso citato "il doppio strato di Helmoltz", caratteristico però di sostanze ad accentuata natura silicea e quindi non generalizzabile. Si può sinteticamente affermare che alla base di tale evento giochino un ruolo essenziale solo le forze di interazione molecolare tra l'acqua e il manufatto.
L'osmosi comporta un flusso elettricamente passivo e dipende quasi esclusivamente dal gradiente pressorio che si instaura, all'interno di una soluzione, fra punti a diversa percentuale di soluto. In parole più semplici l'acqua, come solvente, tende a spostarsi naturalmente verso quei capillari o pori aperti in cui l'evaporazione dell'acqua stessa ha portato alla cristallizzazione salina e a un conseguente aumento percentuale del soluto.
Per quanto complessa e variabile nel tempo sia la distribuzione e i valori di questi potenziali, è fuor di dubbio che questo "squilibrio" elettrostatico comporti un movimento preferenziale di ioni salini solvatati dall'acqua. Nel loro movimento verso il punto a potenziale opposto gli ioni "trascinano" con sè una sorta di nube composta dalle molecole di acqua che hanno in precedenza "circondato" lo ione salino, isolandolo elettricamente dalla struttura molecolare di partenza. È bene sottolineare che vi sarà, in tale movimento, una predominanza di ioni che risalgono il capillare in quanto quelli che tenderebbero a ridiscenderlo (attirati dal potenziale opposto collocato in basso nella muratura), si trovano fortemente ostacolati da una massiccia risalita capillare.
Tutti questi fenomeni instaurano una sorta di effetto camino che richiama acqua verso l'alto o la sposta trasversalmente attraverso il manufatto.
Sono eventi complessi che molto spesso presentano forme di correlazione ed interferenza e che dipendono da moltissimi parametri quasi sempre tra loro invece indipendenti, di natura diversa e di difficilissima valutazione qualitativa e quantitativa.
Il vero problema all'interno dei manufatti è rappresentato dalla presenza dei Sali. È noto, infatti, che i Sali sono la principale causa del degrado e delle distruzioni di un intonaco, dei mattoni o delle pietre di un muro. Tale presenza è aggravata dall'umidità di risalita, ma, in totale assenza di Sali, l'acqua porterebbe solo la presenza di muffe ed altri microorganismi, incapaci comunque di gravi danni alla struttura muraria. È così importante la responsabilità dei Sali che essi sono in grado di arrecare danni alla struttura muraria anche in assenza di umidità da risalita e indipendentemente da essa. È importante, infatti, effettuare una distinzione tra i fenomeni causati dai Sali presenti da anni in un muro e quelli dovuti ad una risalita d'acqua in atto che trasporta nuovi Sali all'interno della struttura muraria: non sono infrequenti i casi in cui l'umidità igroscopica viene confusa con l'umidità da risalita. L'umidità è detta "igroscopica" quando i Sali, presenti nella superficie del substrato della muratura, assorbono l'umidità dell'aria e bagnano la superficie dell'intonaco.
Grazie all'acqua i Sali si spostano in generale dal terreno al muro, ma si spostano anche trasversalmente lungo il manufatto. Ciò avviene perché l'acqua tende anche a spostarsi verso la superficie murale (interna o esterna), cioè verso quelle zone del muro dove sono presenti le condizioni per evaporare. L'evaporazione dell'acqua è un fenomeno positivo ma non deve assolutamente essere accelerato: infatti questo fenomeno rompe l'equilibrio tra solvente e soluto (acqua e Sali) lasciando i secondi nelle condizioni di solidificare o, meglio, di cristallizzare.
Nel caso in cui l'evaporazione avvenga troppo rapidamente, la cristallizzazione avviene all'interno del manufatto (sub-efflorescenza). È necessario sottolineare che la cristallizzazione comporta un aumento di volume (per alcuni Sali il volume aumenta fino a trenta volte) ed una pressione esercitata all'interno del corpo del manufatto che può superare le mille atmosfere (quasi cinquecento volte la pressione presente in un comune pneumatico di automobile). Con questi dati è immediato dedurre le conseguenze deflagranti di tale fenomeno.